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#44

 

L’EREDITÀ DI HULK

 

PARTE TERZA 

 

VERDE COME LA MORTE, GRIGIO COME L’ODIO

 

Di Carlo Monni

(con il contributo di idee, concetti e personaggi di Mickey e Fabio Volino)

 

 

1.

 

 

            Tanto tempo fa il Colonnello Glenn Talbot decise di gettare alle ortiche la sua carriera come ufficiale dell’Aviazione militare degli Stati Uniti per seguire la sua ossessione di vendetta nei confronti dell’uomo che riteneva gli avesse rovinato la vita: Bruce Banner, l’Incredibile Hulk. Quell’ossessione fu la causa della sua tragica morte ma c’è chi non la vede così e biasima invece Hulk per la sorte di Talbot.[1]

            Brian Talbot è cresciuto con il mito del suo fratello maggiore ed ha cercato di seguirne le orme. Quando ha appreso della sua morte ne ha ritenuto responsabili sia Hulk che l’ex moglie di Glenn, Betty Ross ed ha giurato di farla pagare ad entrambi. Betty è morta[2] ma Hulk è vivo ed ha pure ricevuto il perdono presidenziale,[3] una cosa intollerabile per Brian. Quando l’uomo conosciuto come il Capo gli ha offerto la possibilità di concretizzare la sua sete di vendetta, Brian ha accettato senza esitare e si è sottoposto ad un trattamento che lo ha mutato nel forzuto che sta affrontando proprio Hulk.

            Bruce Banner tutto questo non lo sa ancora, ma sa che il suo avversario ha una notevole ed inquietante somiglianza con la sua vecchia nemesi.

-Non puoi essere Glenn Talbot, lui è morto!- esclama.

            Un pugno possente lo raggiunge al plesso solare facendolo barcollare.

-Non hai ucciso tutti i Talbot però!- urla Grey colpendolo ancora -Io sono il loro angelo della vendetta.-

            Perché gli esaltati devono capitare tutti a me?, si chiede Hulk sopportando l’ennesimo pugno.

 

            L’Hulk Rosso è un essere dominato da passioni forti e selvagge, non riflette, agisce e ciò che vuole semplicemente se lo prende. Non c’è malizia o malvagità nelle sue azioni. Non che questo sia di conforto per la Dottoressa Angela Lipscombe mentre lo sente sopra di sé dopo che lui l’ha trascinata nella sua stanza e gettata sul letto strappandole i vestiti.

-Jim, ti prego…- supplica.

-Non Jim, Hulk.- ribatte lui -Tu donna di Hulk Rosso.-

            Perché a me? si chiede Angela ma non c’è risposta.

 

            Clay Quartermain avanza verso la donna dal fisico statuario e la pelle grigia chiamata Caiera e le dice:

-La mia amica è stata troppo precipitosa. Noi non siamo vostri nemici, anzi siamo dalla vostra stessa parte.-

-Io sarei precipitosa?- replica, piccata Victoria Hand, leader di una squadra del F.B.S.A. omologa a quella dello S.H.I.E.LD. guidata da Quartermain -Questa è una questione di autorità e voi dello S.H.I.E.LD. non…-

-Piantala, Vicky.- ribatte Isabelle Hartley, vice comandante della squadra S.H.I.E.LD. ed incidentalmente amante di Victoria -Non è il momento di dispute territoriali, qui stiamo tutti rischiando la vita.-

-Questo è certo.- commenta l’Agente Speciale del F.B.S.A. Sandra Verdugo i cui abiti stracciati sono la prova di come sia stata quasi uccisa.

            Victoria rivolge ad entrambe un’occhiataccia mentre Clay prosegue:

-Uniamo le forze ed insieme sconfiggeremo i nostri comuni nemici.-

-Tu parli bene, umano.- ammette Caiera.

-Ed io sono d’accordo con lui.- aggiunge l’alieno di pietra chiamato Korg.

-Sbrighiamoci allora, incalza Quartermain -Questa specie di tregua non durerà ancora a lungo.-

            Come a sottolineare le sue parole, la terra improvvisamente trema gettandoli tutti a terra. Clay alza la testa e vede la furia verde chiamata Adrenazon che lo sta caricando.

 

 

2.

 

 

Angela Lipscombe smette di lottare e chiude gli occhi rassegnata a quel che sta per accadere. Improvvisamente sente di non essere più oppressa dal peso di Hulk Rosso. Apre gli occhi e vede che il Gigante di Rubino è stato allontanato da un uomo grosso quanto lui, e forse di più, racchiuso in un esoscheletro dorato: il membro del Pantheon chiamato Aiace.

-Du volevi fare male a Angela. Ora io faccio male a de.- dice quest’ultimo col suo strano accento.

            I due giganti si sferrano reciprocamente una gragnuola di pugni, poi, avvinghiati l’uno all’altro, sfondano una parete e finiscono nel corridoio dove continuano a battersi.

            Per quanto ancora scossa Angela non può fare a meno di seguire lo scontro.

-Affascinante, non è vero?- dice una voce al suo fianco.

            Angela si volta e vede, nel suo abituale impeccabile completo bianco, il biondo membro del Pantheon chiamato Paride che continua:

-Intendo lo sfoggio di forza bruta, molto primitivo, non crede? Due uomini, anzi due maschi, che si battono per una femmina.-

-Lei… come?-

-Faccio spesso dei giri d’ispezione e stavolta mi sono portato dietro il buon Aiace. È stata una fortuna perché non appena ho visto cosa stava succedendo nella sua stanza ho compreso subito che non era un rapporto consenziente e l’ho pregato di intervenire in suo aiuto. A proposito, non è che mi sono sbagliato? Magari lei ama il sesso violento e…-

            Angela lo fulmina con lo sguardo.

-Come non detto. Comunque le suggerisco di mettersi qualcosa addosso visto che il suo abito è ormai irrimediabilmente rovinato. Devo ammettere comunque che approvo le sue scelte in fatto di biancheria intima: ho sempre pensato che il pizzo nero sia perfetto per le bionde, anche se le consiglierei di abbinarlo alle calze a rete.-

-Lei è un porco.- lo apostrofa Angela.

-Me lo hanno già detto.- replica Paride sorridendo.

 

            Clay Quartermain ha vissuto molte avventure da quando è un agente dello S.H.I.E.LD. ed ha visto la morte in faccia fin troppe volte, il che non vuol dire che sia sempre capace di restare impassibile di fronte al pericolo, specie quando il pericolo in questione è una donna alta due metri, muscolosa ed apparentemente inarrestabile.

Adrenazon dovrebbe essere morta, le hanno perfino fatto l’autopsia, ma evidentemente non ne è stata informata visto che quella che lo sta caricando sembra ben viva e guidata da una furia cieca e selvaggia.

Uno schiocco si ode nell’aria e la carica di Adrenazon si arresta. L’amazzone si volta in direzione del colpo e vede un ragazzo dai capelli rossi con la divisa dello S.H.I.E.LD. che imbraccia un fucile. Con un grido che non ha quasi nulla di umano Adrenazon spicca un salto verso di lui.

-Dugan!- urla Clay -Muoviti!-

            Ma il ragazzo sembra impietrito.

 

            Bruce Banner blocca il pugno di Grey e gli afferra entrambi i polsi mentre dice:

-Ok, non sei Glenn Talbot e nemmeno quell’esaltato di suo nipote Matt visto che mi risulta che abbiano ammazzato anche lui.[4] Chi sei allora?-

-Suo fratello Brian e ti farò pagare per la sua morte!-

-Non ho ucciso io tuo fratello, ha fatto tutto da solo e sono davvero stanco di voi paranoici in cerca di vendetta. Credi di aver fatto un affare facendoti trasformare così? Ti sbagli: per quanto tu sia forte, io lo sono di più.-

            Lentamente ma inevitabilmente Brian Talbot inizia a piegare le gambe.

3.

 

 

            Un agente dello S.H.I.E.LD. dovrebbe essere preparato ad affrontare ogni tipo di pericolo, questo si dice Timothy Aloysius Cadwallader Dugan III, Timmy per familiari ed amici, mentre Adrenazon sta per piombargli addosso e le sue gambe si rifiutano di obbedirgli. Non sa nemmeno lui come riesce a trovare la forza di balzare di lato all’ultimo momento evitando per un pelo di essere colpito. Lo spostamento d’aria causato dall’impatto della gigantessa verde con il suolo, tuttavia, lo scaraventa lontano, un breve volo che lo fa piombare addosso ad una donna dai corti capelli rossi che indossa una tuta ed un giubbotto con il logo del F.B.S.A. all’altezza del seno sinistro… che è proprio dove finisce il viso di Timmy.

-Ehi, che irruenza, giovanotto!- esclama la donna -Di solito non concedo tanta confidenza al primo appuntamento.-

-Mi… mi scusi, Miss…- balbetta il giovane -… ma…-

-Ti scuserai dopo.- taglia corto l’altra -Ora abbiamo altro a cui pensare.-

            Indica Adrenazon ringhiante poi porge a Timmy un fucile dalla foggia strana dicendogli:

-Lo sai usare questo, immagino.-

-Certo: è un assorbitore portatile. Sono stato addestrato ad usarlo. Nel mio corso ero…-

-Non m’importa il tuo punteggio, ma che tu lo usi quando te lo dirò io.-

            Senza aggiungere altro l’agente del F.B.S.A. comincia a correre verso Adrenazon urlando.

-Ehi bruttona, al salone di bellezza si sono suicidati appena sei entrata?-

            Adrenazon si gira verso di lei e ringhia. La donna le spara con la sua pistola ottenendo lo stesso effetto che se l’avesse colpita con dei piselli, poi gira i tacchi e riprende a correre. Adrenazon le balza dietro e lei urla:

-Ora!-

            Timmy Dugan spara prendendo Adrenazon in pieno. L’amazzone cade al suolo ma si rialza quasi immediatamente. Timmy spara ancora e ancora mentre l’agente del F.B.S.A. lo raggiunge, ma Adrenazon sembra inarrestabile, poi la sua massa si riduce rapidamente, il suo colore passa dal verde al rosa pallido ed è la normale Adrian Lynn a crollare pesantemente al suolo senza più muoversi.

            Timmy sospira di sollievo e la ragazza gli batte una pacca sulla spalla dicendo:.

-Complimenti, ragazzo. Ehi, non ti ho chiesto come ti chiami.-

-Dugan… Timothy Dugan… Terzo.-

-Dugan, eh? Buon sangue non mente, vedo. Io sono Kali Vries, Kali come la dea Indù adorata dai Thugs. Lo so: i miei genitori avevano uno strano senso dell’umorismo. Ma non pensiamoci adesso, dobbiamo aiutare i nostri compagni, sei con me, Timmy caro?-

-Io… sì certo, ovviamente.-

            Kali Vries ride e comincia a correre. Sospirando Timmy la segue.

 

La chiamano Caiera l’impetuosa ed a vederla combattere non si fa fatica ad indovinare il perché di quel soprannome. Sul suo pianeta natale, Sakaar, era una Guerriera Ombra, membro di una casta di combattenti dotati anche di particolari poteri e ciononostante sottomessi al volere di un tirannico imperatore appartenente all’etnia dalla pelle rossa dominante sul pianeta. Ora è tutto finito: Sakaar non esiste più, distrutto dal folle Thanos,[5] le differenze di etnia e specie sono state annullate e rese prive di significato, ora esistono solo i Fratelli di Guerra, che hanno giurato obbedienza e lealtà all’uomo che il mondo conosce come Hulk, una lealtà che li ha portati a combattere quattro donne e due uomini chiaramente potenziati dai raggi gamma.

            L’avversaria di Caiera al momento è una giovane donna dai capelli rossi che indossa una canottiera, pantaloni e stivali militari e con la mano destra impugna un fucile di precisione. Diversamente dagli altri, ha un’apparenza abbastanza umana con l’eccezione del lato sinistro del viso che è verde e coperto di scaglie, come pure il braccio sinistro innaturalmente più grosso del normale. Anche l’occhio sinistro ha qualcosa di strano.

-Arrenditi, umana o sarò costretta a farti del male.- le intima Caiera.

-Umana?- ribatte lei -Ti sembro una semplice umana?-

            Le sferra un pugno col braccio sinistro che prende la guerriera di Sakaar di sorpresa sbattendola a terra.

-È stato il tuo amico Hulk a ridurmi così!- grida la donna -Ora ho intenzione di rendere la sua vita miserabile come la mia.-

            Punta il suo fucile e spara.

 

            Con uno sforzo che può a buon diritto definirsi sovrumano Talbot si libera dalla presa di Hulk.

-Non credevi che ne fossi capace vero?- esclama soddisfatto.

-A dire il vero, no.- ammette Banner -Ma questo non cambia il fatto che non sei alla mia altezza.-

-Ne sei sicuro? Fosse a livello di forza hai ragione, ma non è solo la forza a decidere l’esito di una battaglia. Dimmi: non ti senti per caso più debole?-

-Cosa?-

-Durante il nostro corpo a corpo ti ho piazzato sulla schiena un dischetto la cui funzione è assorbire l’energia gamma del tuo corpo e trasferirla a me.-

            Con sgomento Hulk si accorge di diventare sempre più piccolo e rosa mentre Brian Talbot diventa più grosso e verdastro. Con un sorriso di trionfo chiede:

-Pensa ancora che non sono alla sua altezza, Dottor Banner?-

 

 

4.

 

 

            Derek Khanata è un uomo d’azione, la sua famiglia è una delle più antiche del Wakanda, piccolo ma cruciale Stato dell’Africa Orientale, è stato un soldato ed un diplomatico. L’offerta di unirsi allo S.H.I.E.LD. gli è arrivata in un momento cruciale della sua vita e lui l’ha accettata con la stessa determinazione con cui un naufrago accetta una ciambella di salvataggio.

            Tutto questo conta poco mentre inquadra nel suo mirino un’amazzone dalla pelle color verde pallido che sembra la versione femminile del ben più noto Abominio che sta dando non poche difficoltà a due guerriere dalla pelle rossa ed alla sua collega Heather Santè che di rosso ha solo i capelli. Il suo fucile è quasi scarico, ha un solo colpo a disposizione, non può e non deve fallire. Il suo dito accarezza il grilletto ma il colpo non parte. Una massa gli piomba addosso facendolo cadere a terra.

            Dal dolore che sente Derek capisce che deve essersi fratturato qualche costola, se non di peggio, ma la cosa diventa accademica mentre vede incombere su di lui un gigante grigio dal cranio completamente lucido perché la sua vita potrebbe finire tra meno di un minuto.

            Il gigante in questione afferra il suo fucile e lo spezza con la stessa facilità con cui lo farebbe con uno stuzzicadenti, poi si rivolge a Derek afferrandolo per il bavero:

-Cosa pensavi di ottenere con la tua violenza?-

-Io sono un agente dello S.H.I.E.LD. e il mio dovere è…-

-Dovere, onore, concetti vacui che hanno causato fin troppe morti. Ne è mai valsa la pena? Ne vale la pena per te? A chi importa se vivi o se morirai adesso?-

            Derek si ritrova sollevato senza sforzo.

 

L’U.C.L.A. è uno dei più prestigiosi istituti universitari degli Stati Uniti e la Professoressa Victoria Nutley Starr, nonostante l’apparente ancor giovane età, si è guadagnata la stima ed il rispetto della maggioranza dei suoi studenti, per non dire di più. Tra i suoi colleghi, invece, c’è chi non apprezza il suo stile poco ortodosso anche se tutti sono incantati dalla sua bellezza e dal suo fascino.

Non sono molti a sapere che Victoria Nutley Starr è in realtà la dea greca Afrodite nota anche come Venere ma tra questi c’è, sia pure da poco tempo, l’archeologa italiana Sofia Di Cosimo, esperta di mitologia e consulente esterno dello S.H.I.E.LD., la famosa agenzia di protezione della pace mondiale.

-Ancora non riesco a credere che lei… che tu sia una dea, una vera dea.- dice Sofia alla dea in questione mentre sono nel piccolo ufficio di quest’ultima all’U.C.L.A.

-Devo forse mostrarmi in tutto il mio splendore divino?- le chiede l’altra in tono ironico.

-No, per carità! Dopo quell che ho visto l’altro giorno,[6] ti credo. È che parlare con te è l’occasione di una vita. Studio mitologia da anni ed ora ho un’opportunità di sapere le cose direttamente da chi le ha vissute. Ho un milione di domande che vorrei farti.-

-Ed è per questo che, invece di tornare in Italia, hai accettato la mia offerta di farmi da assistente qui all’università?-

-Beh…-

-Sono qui per insegnare… anche se non era previsto che fossi io la materia di studio, ma va bene cosi: tu comincia pure con le tue domande, io sono pronta a rispondere.-

-La prima che mi viene in mente è: perché sei qui? Perché una dea ha scelto di scendere tra noi mortali e fare semplicemente l’insegnante?-

            La donna che si fa chiamare Victoria Nutley Starr sorride e risponde:

-All’inizio è stato per noia. Quando la tua vita esistenza dura da millenni e mancano gli stimoli è facile che subentri la noia. Volevo provare nuove sensazioni ed ho scoperto che insegnare mi piaceva, che era bello aiutare i giovani ad avere la mente aperta.-

-Eri a Berkeley negli anni Sessanta.-

            Un altro sorriso.

-Chi meglio di me poteva comprendere lo slogan: “Fate l’amore non la guerra”? Ares, ovviamente, non poteva essere d’accordo ma ci è capitato spesso nella nostra relazione e capiterà ancora, ne sono sicura.-

            Sofia ascolta affascinata.

 

            L’ultima volta che ha assunto la sua fragile forma umana Bruce Banner l’ha fatto volontariamente perché voleva mantenere segreto fino all’ultimo momento possibile il fatto di essere tornato ad essere Hulk, un Hulk diverso dagli altri: più forte, più intelligente, più sicuro, più furbo e, sì, anche più cattivo.[7]

            Stavolta, però, la trasformazione è stata provocata: il congegno applicatogli da Brian Talbot ha drenato la sua energia trasferendola a Talbot stesso che ora è diventato molto più grosso e dalla pelle smeraldina.

-Cosa si prova ad essere quello debole una volta tanto, eh, Banner?- gli dice il suo avversario ridendo.

-Falla finita, Talbot.- replica Bruce -Se davvero vuoi uccidermi, fallo senza tante chiacchiere.-

-Con molto piacere!-

            Talbot solleva i pugni per colpire Banner ma un pugno lo raggiunge al mento sbilanciandolo mentre una voce femminile esclama:

-Lascia stare mio padre!-

 

 

5.

 

 

            Il Tenente Anne Benedict entra nell’ufficio di Thunderbolt Ross mentre il vecchio soldato sta guardando il notiziario.

-È preoccupato per quello che sta succedendo a Los Angeles, Signore?- gli chiede.

-E chi non lo sarebbe?- replica Ross -Conosco Hulk sin dalla sua prima apparizione e mai ho visto una simile concentrazione di mostri gamma nello stesso luogo nemmeno nella cittadella del Capo. È innaturale.-

-Che intende dire?-

-Che ci deve essere un piano dietro tutto questo ed ho una certa idea di chi potrebbe averlo concepito.-

-Forse ho capito a chi si riferisce ma al momento non possiamo farci niente. Su, prenda: le ho portato un po’ di caffè, lo beva finché è ancora caldo.-

-Grazie, Tenente. Lei è molto gentile con questo vecchio rudere.-

-Lei non è un rudere, Signore. Quelli della mia generazione hanno ancora molto da imparare da quelli della sua.-

            Thunderbolt Ross sorride.

 

L’esistenza di questo posto è messa in dubbio da molti eppure, oltre il fragile velo che divide la realtà come la conosciamo da mondi sbrigativamente liquidati come impossibili o fantasiosi, esso è drammaticamente reale.

            Assiso sul suo trono oscuro Mefisto, signore e padrone di questo posto, sorride mentre medita sui suoi ultimi inganni.

-Ah, Hela…- dice infine -… in quale ingarbugliata ragnatela d’inganni ti hanno avviluppato le tue azioni?-

-Non capisco, padre.- interviene un essere che sembra la replica al femminile dello stesso Mefisto -Perché prima hai aiutato Helasdóttir ad usurpare il trono di Hela ed ora vorresti aiutare lei a recuperarlo?-

-Forse perché mi diverte, figlia, o forse è tutto un piano più complesso che deve essere ancora disvelato o, forse ancora nemmeno io lo so con sicurezza.-

-Non mi piace quando parli per enigmi, padre.-

-Peccato, perché gli enigmi sono divertenti, mia piccola Mefista. Quanto alla dea norrena della morte, il suo comportamento è decisamente prevedibile: è la figlia di Loki ma manca della sua sottigliezza. Pur di riavere quel che le è stato sottratto Hela è disposta a scatenare orrori antichi incurante delle conseguenze e la cosa ironica è che c’è un mortale che è cruciale per la risoluzione di questa vicenda. Non trovi divertente che il destino di nove mondi stia nel palmo della mano destra di Rick Jones?-

            E Mefisto scoppia a ridere.

 

L’arrivo di Lyra permette a Bruce Banner di prendere un po’ di respiro e, mentre osserva la sua figlia venuta dal futuro battersi con un Brian Talbot reso ancor più forte dall’aver assorbito le sue energia, cerca di elaborare una strategia per ribaltare la situazione.

            Chiunque ci sia dietro a tutto questo ha il genio e le risorse per costruire il piccolo e fastidioso congegno che gli è stato piazzato tra le scapole e che lui non è in grado di togliersi da solo. Reed Richards avrebbe potuto farlo facilmente ma non avrebbe mai spedito tre amazzoni gamma furiose ed incontrollabili ad attirare la sua attenzione, si sarebbe mosso con i suoi amici.[8] Per lo stesso motivo si sente di escludere il Dottor Destino.[9] Anche se c’è un Talbot di mezzo, sente che può escludere i militari, chi rimane quindi?

            Bruce sorride e mormora:

-Ok, Capo: ho scoperto il tuo gioco.-

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Molto poco da dire anche stavolta. Degli avversari di Hulk e soci, parleremo diffusamente nel prossimo episodio a proposito del quale… la fine dello scontro a Los Angeles e molto di più.

 

 

Carlo



[1] Su Incredible Hulk #260 (in Italia su Fantastici Quattro, Star, #12/12).

[2] O così almeno crede lui.

[3] Su Avengers Icons #44.

[4] Sul nostro Capitan America #79.

[5] Dietro le quinte di Vendicatori #98.

[6] Ovvero due episodi fa per noi.

[7] Nella saga di Thanos apparsa su Vendicatori #99/100, Vendicatori Costa Ovest #37 e Avengers Icons #45

[8] Dobbiamo proprio dirvi di chi stiamo parlando? No, vero? -_^

[9] E anche voi se leggete la serie MIT di Destino. -_^